martedì, dicembre 18, 2007

Milan Campione del Mondo!!!!!

YOKOHAMA (Giappone), 16 dicembre 2007 - Tutti ai piedi del Milan. Per la quarta volta campione del mondo. E di Kakà, ancora una volta interprete di una gara sontuosa che amplifica la sua grandezza. L'impero colpisce ancora grazie alla classe e a un'esperienza contro la quale gli argentini non possono nulla. Un primo tempo spigoloso in cui a Inzaghi replica Palacio. Una ripresa spettacolare dove Pippo replica, Kakà illumina e Nesta si toglie una grande soddisfazione. E' la serata di Maldini. E' l'ennesimo trionfo di Pippo Inzaghi che si regala una doppietta e si conferma il più spietato attaccante vivente: mai nessuno prima di lui aveva segnato in ogni tipo di competizione. Il Milan con il trionfo di Yokohama conquista la sua diciottesima coppa e diventa la squadra più titolata al mondo.



TATTICA - Daniele Bonera e Paolo Maldini esterni in difesa; Filippo Inzaghi in attacco. Ecco le tre varianti rossonere anti-Boca, rispetto alla gara contro l'Urawa. Una sola quella del Boca rispetto alla semifinale con l'Etoile di Sahel: Gonzalez al posto di Vargas. Squadra tosta quella argentina: orgogliosa, che fa della disciplina tattica la sua arma migliore. Alla qualità e all'esperienza del Milan oppone il gruppo, la furbizia e la compattezza. I rossoneri partono con il piglio giusto: prendono le misure e si affidano alle cavalcate di Kakà. Il brasiliano in mezzo è una furia incontenibile. Peccato che non possa contare sui supporti di fascia. Bonera, che è stato messo per contenere, e Maldini non spingono e i rossoneri sono costretti a marciare centralmente, faticando più del dovuto per il pressing sull'uomo degli argentini.



PAZZESCO PIPPO - C'è subito Inzaghi. E lo dimostra al 5' con velenoso diagonale che sfiora il palo alla destra di Caranta. Ma il Boca non si fa spaventare. Scaltro e veloce sfrutta la superiorità numerica a centrocampo, dove Seedorf non supporta, mettendo in crisi gli interditori di reparto. Spinge il Boca e Dida fa venire i brividi all'11' con un'uscita a vuoto. Ma il Milan non si scompone; Ancelotti varia il modulo trasformandolo in un 4-3-1-2, con Kakà che va a spalleggiare Inzaghi e Seedorf dietro le punte. Al 23' arriva il gol. Dopo l'ennesima proiezione, Kakà va a sbattere su un difensore, sulla respinta tocca per Inzaghi che non sbaglia. Ma l'onda dell'entusiamo si trasforma in uno tsunami, perché il Milan ripropone immagini già viste. La difesa infatti si scioglie al 23' su un innocuo angolo corto e sul cross successivo in cui Palacio ha tutto il tempo di intervenire di testa, in mezzo a 6 rossoneri immobili, e battere Dida. Un atteggiamento sconcertante ribadito al 26' quando Gonzalez, indisturbato di testa sfiora il palo. Partita difficile. Il Milan paga la mancanza di gioco sulle fasce e allo stesso tempo concede troppo gioco al Boca sui corridoi esterni. Russo ha uomini buoni su cui contare. Organizzati in difesa, dove Paletta è un muro; rocciosi a centrocampo, dove brilla la stellina Banega, e ricchi di esperienza in attacco, dove Palermo e Palacio fanno sudare sette camicie alla difesa rossonera.



KAKA' MERAVIGLIAO - Ci vuol ben altro approccio per battere il Boca. Il Milan i mezzi li ha e il suo avvio nella ripresa promette scintille. Più veloce e ordinato, più coperto sulle fasce, con la spinta di un Seedorf più convincente e con le magie di Kakà. Il baricentro più avanzato funziona; mossa che impone agli argentini ad arretrare. Musica per i rossoneri che passano al 5'. L'occasione arriva su una punizione di Pirlo su cui Ambrosini manca la palla; errore in cui non incorre Nesta che con un bolide infila il 2-1. Ma non si arrende il Boca che colpisce il palo, davvero clamoroso e rumoroso, con Ibarra. Proiezioni che scoprono però gli argentini, trafitti puntualmente dalle imponenti ripartenze di Kakà. Come quella del 16' che porta al 3-1. Qualcosa di travolgente: il brasiliano scende potente e leggero sulla sinistra, penetra in area e da posizione angolata mette la sua firma sulla finale. Entra Emerson per Gattuso. Muscoli a centrocampo. In tempo per assistere all'ennesimo capolavoro di Kakà che dopo avere ubriacato il Boca mette in mezzo all'area per Inzaghi. Superpippo non si lascia scappare la grande occasione e con la sua doppietta fissa il 4-1.



SCHERMAGLIE FINALI - Infastidisce l'espulsione di Kaladze per un fallo al limite su Gracian, entrato al posto di Cardozo. Entrata dura, ma eccessivamente punita, come quella di Ledesma, inserito al posto di Gonzalez, per un fallo su Kakà. Poco dopo avere segnato il secondo gol del Boca, con la deviazione decisiva di Ambrosini. Il fischio finale arriva al 93': Paolo Maldini alza l'ennesima coppa. Questa è davvero leggenda.

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Real Chiesanuova si conferma: 6-1 al Lizard Ghedi


Il Real Chiesanuova porta a casa la seconda vittoria consecutiva e si lancia alla rincorsa delle posizioni alte in classifica. Nella partita più sentita, un vero e proprio derby, la squadra reagisce bene e surclassa gli avversari con un risultato che avrebbe potuto essere ben più ampio, ma và benissimo così.
Conferma in porta per Scolari, dopo l’ottima prestazione nella partita precedente, difesa con Rossetti, Tagliavini e Varesi, titolare per la prima volta, Sandonini a centrocampo e Facchinetti di punta.
Dopo le assenze preventivate di Martini, Serotti e Pigoli, arriva anche il forfait dell’ultima ora del capocannoniere della squadra Capacchietti (che comunque quest’oggi sarebbe partito dalla panchina).
Pronti via e Tagliavini ci prova un paio di volte da fuori area ma il portiere del Lizard è attento e devia in calcio d’angolo. In campo si vede solo il Real Chiesanuova ma ci vogliono 10 minuti prima del vantaggio di Varesi che risponde bene alla pressione di dover sfruttare la sua prima chance da titolare, con un tiro preciso dal limite dell’area. Poco dopo Tagliavini vede il movimento di Sandonini, che davanti al portiere non sbaglia e mette a segno il suo sesto gol stagionale. Si chiude così un primo tempo, dominato dal Real Chiesanuova che non è però riuscito a chiudere la partita.
La ripresa ricomincia all’insegna del Real che in avvio segna prima il 3-0 con un gran gol da fuori area di Facchinetti e poi il 4-0 con Tagliavini che trova lo spazio per il tiro e coglie impreparato il portiere.
Per 5 minuti il Real si siede convinto che la partita sia finita e il Lizard Ghedi accorcia le distanze portandosi sul 4-1. La squadra però non si scompone, la voglia di vincere è tanta, Tagliavini avanza palla al piede, nessuno lo contrasta e da centrocampo fa partire il “classico gol della domenica” che si insacca sotto l’incrocio dei pali.
Poco dopo, sempre Tagliavini vede Sandonini solo nell’area piccola e gli pennella un cross sulla testa che però non riesce ad insaccare. Negli ultimi dieci minuti la partita diventa spettacolare, sostituzioni da entrambe le parti, per il Real entrano Zani e Bortot per Sandonini e Varesi, le marcature saltano, si pensa solo ad un po’ di gloria personale con un gol.
E’ qui che sale in cattedra Scolari, che mette il suo sigillo sulla partita con tre paratoni in pochi minuti, che gli permettono eguagliare il record di Rossetti come minor numero di gol subiti in una partita.
Anche per il Real Chiesanuova le occasioni sono tante, vanno vicini al gol anche Zani, imbeccato da Facchinetti, e Bortot. Sul finire arriva finalmente un gol, Tagliavini libero a centrocampo si porta al limite dell’area ma al momento del tiro vede Facchinetti solo nell’area piccola, che con freddezza insacca il 6-1 finale.
Nonostante le defezioni, la partita di oggi porta con sé una serie di nuovi record per il Real Chiesanuova: seconda vittoria consecutiva, record di punti in campionato (e siamo solo all’andata), maggior vittoria fuori casa, maggior vittoria con scarto, minor numero di gol subiti in trasferta!
Anche gli spunti sui singoli sono rilevanti: Scolari in porta è una piacevole scoperta e oggi si è confermato con una grande prestazione, Varesi non ha deluso le aspettative e si è dimostrato un’arma in più per il Real Chiesanuova, Tagliavini ha ritrovato i suoi gol da fuori area, Facchinetti ha dimostrato che anche l’assenza di Capacchietti può essere sopperita e ha fornito un’ottima prova in attacco, tenendo palla e facendo salire la squadra.

PAGELLONI:

Scolari: voto 8. Suggella alla grande la partita precedente con una grande prestazione. Salva la porta in più di un’occasione con grandi parate e sembra che abbia sempre fatto il portiere. E’ anche una sorta di totem per la squadra, visto che con lui in porta sono arrivate due vittorie consecutive ed è così diventato il portiere più vincente della storia del Real Chiesanuova.

Rossetti: voto 7. Partita attenta del difensore del Real Chiesanuova, che blocca tutte le incursioni avversarie e si permette anche qualche sgroppata in avanti. Riesce anche a non farsi ammonire nonostante la presenza dell’arbitro Ungaro.

Tagliavini: voto 8+. 2 gol e 2 assist gli permettono di ricevere questo voto. Ritrova finalmente i gol da fuori area, il secondo dei quali sotto l’incrocio dei pali. Fornisce anche una serie di assist, 2 dei quali portano al gol. Il primo gol in particolare gli porta nuova freschezza e continua a correre fino alla fine della partita, riuscendo anche a fare più di una volta la sua specialita preferita: il tunnel.

Varesi: voto 7. Il mister ad inizio gara gli dice che questa è la sua occasione per farsi notare e lui si fa trovare pronto sbloccando il risultato e fornendo una buona prestazione. Fatica però a tenere 40 minuti ad alto ritmo, ma riesce comunque a dosare le forze e tenere per più di un tempo e mezzo.

Sandonini: voto 7. I pochi allenamenti nell’ultimo periodo ne hanno minato un po’ la condizione fisica. La corsa non è quella di sempre, ma mette comunque il suo timbro sulla partita e và vicino anche a segnare una doppietta.

Facchinetti: voto 8. Torna dopo diversi mesi a far la punta e fornisce la sua miglior prestazione in campionato. Come dice il mister non è una vera punta e proprio per questo riesce a far salire la squadra e a cercare il passaggio più che la conclusione personale. E’ la bestia nera del Ghedi, visto che contro di loro ha messo a segno 6 gol e lo dimostra anche oggi segnando una doppietta.

Zani: voto 6 e ½. Gioca per la prima volta in questa stagione fuori dai pali e và anche vicino al gol. In campo per 10 minuti non commette errori e diventa un’alternativa in più sulle fasce per il Real Chiesanuova.

Bortot: voto 6 e ½. Entra nel finale e dimostra che i suoi miglioramenti sono tangibili: corre sulla fascia destra, mantiene la posizione, tiene l’uomo e se il passaggio di Tagliavini fosse stato un po’ più corto avrebbe potuto trovare anche il gol.

Gregorini: voto 8. Se la squadra ha già ampliamente superato il suo record di punti in una stagione (e siamo solo al girone d’andata) è anche per merito suo. Mantiene un ottimo clima nello spogliatoio, ha un buon rapporto con tutti i componenti della rosa, privilegia chi fa gli allenamenti dando fiducia anche ai “non titolari” e mantiene un assetto tattico alla squadra, modificando i ruoli solo in caso di emergenza.

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giovedì, dicembre 13, 2007

E alla fine la Camera tagliò i tagli

Articolo di Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella

Taglia, taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli «stipendi d'oro». Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in avanti i «grand commis» pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese. Eppure, dopo tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto «gentilezze» al partito di riferimento. Perché nel mondo privato, tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le sicurezze del sistema pubblico. Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato, all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: «Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione». Cioè 275 mila euro l'anno. Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati con soldi pubblici. Compresi «i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, i dirigenti». E se per trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo: «Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera» se si tratta di «una prestazione artistica o professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni dì effettiva concorrenza ». E se invece si trattasse di strappare alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole infatti, diceva l'articolo 144, «non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre anni». Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e rientrare «nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità». Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere trasparente. Di più: «In caso di violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra consentita». Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro «I costi della democrazia», metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende. Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per «raggiungimento risultati » (il pareggio) di 6,7 milioni. O del suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4 milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2 milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare l'articolo 144, a partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga. Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo. Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta?

Hanno aspettato un momento nel quale l'attenzione pubblica fosse distratta forse (sciopero tir) con il solito contorno di terrorismo mediatico (aaarghh resteremo a piedi aaaah senza ciboooo ne ciccolatiniiii) e... zanfete! tutto torna come prima.
Mica un TG che ne abbia parlato….…senza parole!

Kakà accende la luce - Il Milan va in finale

Vittoria meritata dei rossoneri contro i giapponesi dell'Urawa nella semifinale del Mondiale per club. A risolvere la partita ci pensa Seedorf al 68' dopo una magia del Pallone d'oro. Domenica alle 11.30 la grande sfida contro il Boca Juniors

YOKOHAMA (Giappone), 13 dicembre 2007 - Boca arriviamo! Kakà lancia la sfida agli "odiati"argentini confezionando la vittoria del Milan sugli irrudicibili diamanti rossi dell'Urawa, poco "Shaolin Soccer", molto catenacciari. Strepitosa l'esibizione del brasiliano che prende per mano i rossoneri e li trascina in finale. Impresa sudata, comunque, contro una squadra poco propensa al gioco. La soluzione a tutti i problemi la trova Kakà con una magia al 23' della ripresa dopo un dominio territoriale devastante; palla consegnata a Seedorf, con il brasiliano il migliore in campo, che di piatto non perdona.

C'E' KALADZE - Carlo Ancelotti ha fatto i suoi calcoli con scelte mirate. A Yokohama contro l'Urawa Red Diamonds il tecnico rossonero risparmia Paolo Maldini e Filippo Inzaghi. Ipotizzando la finale, li tiene al caldo per la sfida contro il Boca. E' il Milan più affidabile quello schierato all'International Stadium; per nove undicesimi identico alla formazione scesa in campo ad Atene nella finale di Champions League contro il Liverpool. Due le varianti: Kaladze al posto del capitano e Alberto Gilardino, unica punta davanti a Kakà e Seedorf. L'Urawa allenato da Holger Osieck, braccio destro di Franz Beckenbauer a Italia 90, propone un 3-4-1-2 e confida sui brasiliani Tulio, Nene e Washington, anche se deve fare a meno della stella Robson Ponte.

SENSO UNICO - Prevedibile l'atteggiamento dei giapponesi, votati a un catenaccio molto quadrato, il cui unico scopo è di non far giiocare il Milan. Evanescente sotto il profilo tecnico, la squadra di Osieck si affida a timide ripartenze molto accademiche che producono solo conclusioni velleitarie. I rossoneri dominano a tutto campo e alla reattività dei giapponesi, rispondono con scambi veloci e tecnica sopraffina. Il profeta è ovviamente Kakà che va in slalom come un discesista e illumina Yokohama. Numeri d'alta scuola, quelli del Pallone d'oro, che fanno venire i brividi ai molti tifosi di casa che tifano per i campioni d'Europa. Le occasioni non mancano. Ambrosini sfiora la traversa di testa, Jankulovski colpisce troppo debolmente di piatto dal limite graziando il portiere Tsuzuki. A limitare il suo apporto è Pirlo, a cui manca la giocata risolutrice; ancora di più Oddo che non sfrutta le ampie praterie sulla sua fascia. A mostrare limiti evidenti è invece l'arbitro uruguaiano Larrionda che non vede un clamoroso fallo di mano nell'area giapponese. Alla fine del pirmo tempo il dato del possesso palla la dice lunga: 62% di marca rossonera; quasi un monologo. Impossibile non vincere una partita così.

PREMIATA DITTA - Occorre però sottolineare che a mancare al Milan è il colpo vincente; soprattutto la capacità di trovare il varco giusto nell'affollata area dei Red Diamonds. Il secondo tempo è la fotocopia del primo. Devastante il divario tecnico. Perennemente nella trequarti dell'Urawa, i rossoneri sottolineano il gap quando accelerano, lasciandosi però soggiogare dalla feroce marcatura a uomo dei rivali. Clarence Seedorf ha due palle d'oro: la prima la scarica su Tsuzuki, la seconda, dopo un elegante stop di petto la spreca a lato in girata. Sembra non esserci una soluzione, il grimaldello in grado di scardinare la muraglia nipponica. Rabberciata, ma che sta su sorretta da chissà quale prodigio. Gilardino ci prova in scivolata, ma con un ginocchio: palla a lato. Serve il guizzo, l'impovvisazione, la spina nel fianco. Ancelotti gioca al 16' la carta Inzaghi che va a rilevare l'ex Parma. Ma c'è Kakà; ricordiamocelo. In due minuti il vero fenomeno del Milan regala scampoli mostruosi di calcio. E quello del 23' è da antologia: dribbling sul lato corto dell'area di Tsuzuki e palla dentro per Seedorf. L'olandese raccoglie di piatto sinistro e batte il portiere giapponese. In seguito, a parte un paio di goffi interventi di Dida e l'ingresso di Maldini per Jankulovski, a esaltarsi è ancora la geniale premiata ditta rossonera, ma questa volta il bolide dell'olandese si infrange sull'esterno della rete.

Kakà l'assist, Seedorf il gol.

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mercoledì, dicembre 12, 2007

Il Boca vince ma fatica - Etoile piegato di misura

Gli argentini soffrono più del previsto ma fanno loro la prima semifinale del Mondiale per club contro i tunisini grazie a una rete di Neri Cardozo al 37' del p.t. Vargas espulso salta la finale di domenica

TOKYO, 12 decembre 2007 - Se la cattiva notizia è l'assenza sicura di Ronaldo, quella buona, sempre che l'Urawa sia superato senza problemi, è che se l'ostacolo tra il Milan e la coppa del Mondo per club è questo Boca (per conoscerlo meglio, domani alle 20 su ESPN Classic, lo speciale “River Plate-Boca Juniors, un affare di famiglia” con le immagini delle più emozionanti sfide tra le due squadre di Buenos Aires) le chance dei rossoneri lievitano in maniera esponenziale. Contro l'Etoile gli argentini fanno sì il proprio dovere, liquidando la pratica con uno striminzito 1-0, ma sul piano del gioco la squadra di Russo non impressiona certo e mostra evidenti limiti in tutti i reparti.


CHE FATICA - Prova ne sia la fatica con cui il Boca supera i non irresistibili tunisini. Per vedere un tiro in porta si deve insomma aspettare il 37', quando sull'unica buona iniziativa del primo tempo, gli argentini passano in vantaggio. Il gol è di Cardozo, ma il merito è tutto di Palacio, che se ne va a sinistra e serve un pallone al bacio al compagno. Stop e tiro da due passi. Prima e dopo molti errori, qualche spunto di Banega - in realtà non entusiasma nemmeno lui - e, soprattutto, l'impressione che i tunisini, stretti nel loro 4-5-1, siano più tonici e perfino organizzati tatticamente della squadra di Russo. Tanto più che, anche quando tocca loro fare la partita, gli uomini di Marchand non si tirano indietro e arrivano anzi vicini al pareggio con Chermiti negli ultimi minuti del primo tempo. L'azione, gol di Cardozo a parte, è la migliore della prima frazione: Nafkha nello spazio per Chermiti, diagonale di prima intenzione e parata di Caranta.

STESSA SOLFA - Nella ripresa la solfa non cambia. L'Etoile, saggiamente, non si lancia in avanti all'arma bianca. Il Boca, quindi, continua a non trovare spazi. L'unico a combinare qualcosa è ancora Palacio, che di tanto in tanto semina il panico nella difesa tunisina, procurandosi almeno qualche calcio d'angolo. Da uno di questi, al 3', Paletta butta alle ortiche una buonissima occasione, deviando di testa sopra la traversa. Per il resto succede pochino anche quando l'Etoile, comprensibilmente, alza gradualmente il proprio baricentro prestando un po' il fianco al contropiede del Boca. Sono anzi i tunisini a rendersi pericolosi prima con una bella acrobazia del solito Chermiti e quindi con Gharbi, che impegna Caranta con un buon destro.

INFERIORITA' NUMERICA - Insomma, poco Boca e occasioni ridotte ai minimi termini. Anche perché, già in evidente difficoltà, gli argentini prima sono costretti in dieci per buona parte della ripresa per la sciagurata espulsione di Vargas, martello del centrocampo di Russo, al 20'. Quindi sprecano malamente con Palermo, minuto 31', il colpo del k.o.: cross di Ibarra dalla destra, colpo di testa dell'attaccante del Boca e palla a lato di un soffio. Come non bastasse, l'arbitro Larsen nega un rigore solare a Gonzalez, abbattuto in area da Falhi dopo un bel guizzo a destra di Banega, e tiene così vivo il match fino al 90'. Sempre Banega fa la cosa migliore della partita a tempo scaduto, quando serve Palacio (sempre lui) con un lancio millimetrico di 40 metri e permette al compagno di liberarsi al tiro. Al 90' finale con il brivido: Silva raccoglie un cross dalla destra di Frej e non trova la porta per un niente. E' l'ultimo lampo di una partita che non si ricorderà per la qualità delle giocate. Il Boca, bontà sua, si guadagna la finale del Mondiale. Il Milan, alla finestra, si frega le mani e prepara il suo assalto al tetto del Mondo.

La rete dell'1-0 per il Boca firmata da Cardozo

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martedì, dicembre 11, 2007

Semplici coincidenze oppure...

1. New York City ha 11 lettere
2. Afghanistan ha 11 lettere
3. Ramsin Yuseb (il terrorista ke aveva progettato di distruggere le Torri Gemelle nel 1993) ha 11 lettere
4. George W Bush ha 11 lettere.

Questa potrebbe solo essere una coincidenza, ma diventa più interessante mano a mano ke la leggete.

1. New York è l'11° stato
2. Il volo 11 aveva 92 passeggeri ( 9 + 2 = 11)
3. Il volo n° 77 che si scontrò con le Torri Gemelle, aveva 65 passeggeri (6 + 5 =11)
4. La tragedia avvenne l'undici settembre, anche conosciuto come 9/11 ( 9 +1 + 1=11)
5. Come magari sapete il numero di emergenza degli USA è 911 ( 9 + 1 + 1=11)

Ancora solo una coincidenza? Continuate a leggere!

1. Il numero totale delle vittime degli aerei che si contarono = 254 ( 2 + 5 + 4 = 11)
2. L'undici settembre è il 254° giorno dell'anno ( 2 + 5 + 4= 11)
3. La tragedia di Madrid: 3.11.2004 ( 3 + 1 + 1 + 2 + 0 + 0 + 4 =11)
4. La tragedia di Madrid era 911 giorni dopo la tragedia delle Torri Gemelle.

Pensi ancora ke sia una coincidenza?
Prova questo e poi dimmi cosa ne pensi.
Questa è la più strana di tutte:
Apri Microsoft Word,
Scrivi in maiuscolo Q33 NY. Quello è il numero del primo aereo ke piombò nelle Torri Gemelle
Seleziona Cambia la dimensione a 48
Cambia la scrittura a WINGDINGS (WINDINGS 1)
FA PAURA O COSA????!!!!!!!!!????????

Questo è davvero strano......
Re invia questo elenco a tutti i tuoi contatti in 11 minuti......
Se non lo fai i tuoi amici nn avranno l'opportunità di essere un pò perplessi!!!!
Come lo sei rimasto Tu!!!

STRANEZZE CHE FANNO RIFLETTERE

In Libano gli uomini possono per legge avere rapporti sessuali con animali, purché si tratti di femmine. Avere rapporti sessuali con un animale maschio è un reato punibile con la morte.
(Ah, beh, così va bene!).

Nel Bahrein, la legge consente a un medico di sesso maschile di fare una visita ginecologica a una donna, ma non di guardare direttamente i suoi genitali. Può soltanto vederli riflessi in uno specchio.
(Ma che gente è?!!!)

Ai musulmani è proibito guardare i genitali di un cadavere, e questo vale anche per gli impresari di pompe funebri; gli organi sessuali dei defunti devono sempre restare coperti da un mattone o un pezzo di legno per tutto il tempo.
(Un mattone?)

Nell'anno 1969 è bastata la potenza di calcolo di due Commodore 64 per mandare con successo una navicella sulla Luna.
Nell'anno 2003 è necessario un Pentium 4 a 2000 MHz per far funzionare Windows XP.
(Qualcosa deve essere andato storto)

In Indonesia la masturbazione viene punita col taglio della testa.
(Se la applicassero anche in Italia non rimarrebbe più nessuno…)

A Guam ci sono uomini il cui lavoro a tempo pieno consiste nel girare per le campagne e deflorare giovani vergini che pagano per il privilegio di stare con un uomo per la prima volta.
Il motivo: La legge dell'isola stabilisce a chiare lettere che una donna vergine non può sposarsi.
(Pensiamoci un attimo: esiste in qualche altra parte del mondo un lavoro anche lontanamente simile a questo? fantastico!!!)

A Hong Kong, una moglie tradita può uccidere il marito adultero, la legge glielo consente; ma può farlo solo a mani nude. Mentre può uccidere come più le aggrada l'amante del marito.
(Ah! La Giustizia !)

A Liverpool, Inghilterra, la legge ammette commesse in topless, ma solo nei negozi di pesci tropicali.
(Naturalmente!)

A Calì, in Colombia, una donna può avere rapporti sessuali soltanto col marito, e la prima volta che ciò accade, nella stanza dev'essere presente anche la madre di lei.
(La sola idea fa venire i brividi..)

A Santa Cruz, in Bolivia, un uomo non può avere rapporti sessuali con una donna e con la figlia di lei contemporaneamente.
(Immagino che si sia trattato di un problema abbastanza grave, se hanno dovuto farci su una legge)

Nello stato americano del Maryland, le macchinette dispensatrici di preservativi sono illegali.
Cessano di esserlo solo se si trovano "in luoghi dove si vendono bevande alcoliche da consumare sul posto".
(L'America è un grande paese o no? Forse, però, non grande quanto Guam)

L'orgasmo di un maiale dura 30 minuti.
(Nella mia prossima vita voglio essere un maiale!!!)

Sbattere la testa contro il muro fa consumare 150 calorie l'ora.
(Continuo a preferire la storia del maiale)

Esseri umani e delfini sono le uniche specie che praticano il sesso per trarne piacere.
(Forse è per questo che Flipper sorride sempre?)

Il muscolo più forte dell'organismo è la lingua.
(Hummm . . . non faccio commenti)

Alcuni leoni si accoppiano più di 50 volte al giorno.
(Nella mia prossima vita voglio sempre essere un maiale: preferisco la qualità alla quantità)

Nelle farfalle la sede del senso del gusto sono le zampe.
(Oddio!!)

L'occhio dello struzzo è più grande del suo cervello.
(Conosco persone con lo stesso difetto . )

Le stelle marine non hanno cervello.
(Conosco persone che hanno anche questo difetto) .



Manda queste stranezze alle persone che ritieni più simpatiche e vedrai che dopo 3 giorni…non succede niente, come al solito!!!
(Ma rinascerò maiale????)

venerdì, dicembre 07, 2007

Inzaghi, re del gol d'Europa

SuperPippo: "Giusto chiudere la carriera al Milan, squadra indimenticabile"


Al via su SKY Sport 1, I signori del gol, un approfondimento di un’ora dedicato ai più grandi goleador europei in attività. Cinque appuntamenti per altrettanti campioni, il giovedì dalle 21 su SKY Sport 1. Si comincia giovedì 6 dicembre con tutti i gol e un’intervista esclusiva al re del gol in Europa, Filippo (Pippo) Inzaghi, che nell’ultima partita di Champions League contro il Celtic (nella foto, la sua rete), ha stabilito il nuovo record di 63 reti realizzate nelle competizioni europee, superando così il tedesco Gerd Muller.


- L’UEFA ha deciso di togliere i 7 gol fatti da Müller in Coppa delle Fiere. Che cosa ne pensi?
"C’era un po’ di confusione all’inizio, poi la cosa è stata chiarita. Se avessi dovuto fare 69 gol, ci avrei provato e sarebbe stato più difficile ma l’UEFA non conta i gol in Coppa delle Fiere e quindi mi ha dato una mano".


- Muller ha segnato nella Coppa Intercontinentale contro il Cruzeiro nel ’76…
"Spero di riuscirci anche io, anche se i gol FIFA non contano. Sarebbe bello chiudere il cerchio dopo aver segnato quest’anno sia ad Atene che a Montecarlo".


- Ti ricordi del Müller giocatore? Cosa aveva in comune con te, tecnicamente?
"Non me lo ricordo, me l’hanno raccontato perché per me era un po’ dura vederlo. Mi ha fatto molto piacere quello che ha detto di me, lo ringrazio. Ho letto le sue parole e dette da uno come lui, fanno un certo effetto e mi riempiono di orgoglio. Mi hanno spiegato che era un uomo d’area, uno che sfruttava il lavoro dei compagni, i cross. Quando ho sentito questo, ho capito che qualcosa ci accomuna".


Sul feeling con i tifosi…
"È sempre stato qualcosa di bello nelle squadre dove ho giocato. E col Milan è sempre stato speciale, fin dal primo giorno. Dove sono andato, sono sempre stato accolto bene, anche da avversario. Qui al Milan ci fu subito una scintilla particolare perché la gente capisce quando ce la metti tutta. Poi, puoi fare bene o male, ma mi vanto di avercela messa sempre tutta e di non potermi rimproverare niente".


- Hai mai rifiutato un autografo?
"No, perché sono stato anch’io un tifoso. E quando ero un bambino, andavo a vedere il Piacenza e ci sarei rimasto male se qualche giocatore mi avesse rifiutato l'autografo. Poi anche noi abbiamo le giornate storte, in quelle si sta a casa e non si va in giro, o almeno non si va nei posti dove ti chiedono tanti autografi. Il rapporto con la gente lo sento, mi dà la carica, mi nutre. Per fortuna, ci sono la gente, lo stadio e i bambini".


- Quali erano i tuoi giocatori preferiti, da piccolo?
"Ho una foto con Fiorini, ora scomparso, il mio preferito. Poi Cornacchini, De Vitis, Paolo Rossi e van Basten, sono stati i miei modelli e i miei preferiti".


- Che obiettivi ti sei dato nella tua vita professionale?
"Quando sono venuto al Milan speravo di poter vincere qualcosa, è stata una scommessa, perché alla Juve stavo bene, ero stimato, avevo fatto 90 gol in 4 anni. Era una bella scelta, difficile, ero sempre stato un avversario del Milan, gli avevo fatto tanti gol. Farmi accettare e fare bene, a 28 anni, rimettermi in discussione, non era semplice. L’ho accettata e credo di averla vinta, riguardando le notti di Manchester e quella di Atene. Quella è stata la notte della mia vita, un qualcosa che si sogna e che per dieci giorni non mi ha fatto chiudere occhio. Quella partita ti ripaga di tutto e forse mi ha dato fin troppo, onestamente".


- Fra tutte le tue vittorie, Atene resta la notte più bella?
"Una finale fa la differenza. Nel 2003 avevo fatto tanti gol, avevo avuto la fortuna di vincere e negli anni capisci che sono le vittorie di squadra a contare, più di un gol personale. Però, due gol decisivi in una finale di Champions League, non puoi renderti conto di quello che possono scatenare in te. Avevo gli incubi, mi sono svegliato tante volte pensando che fosse tutto un sogno, perché era il sogno che avevo da bambino, quello di fare un giorno due gol in una finale di Coppa dei Campioni e vincerla. Si è realizzato e ringrazio il cielo di avermi dato questa possibilità".


Oltre ad Atene, ci sono stati altri gol decisivi?
"Tutti i tifosi mi ringraziano per i gol di Atene ma la cosa strana è che tutti mi fermavano prima di Atene per il gol del 3-2 con l’Ajax, anche se in realtà non è mio, quell’azione ci permise di andare a Manchester, io feci il pallonetto sul portiere e Tomasson sulla linea toccò la palla, all’ultimo minuto. Non è nei 63 ma per quel gol mi ringraziano spesso, è una cosa strana".


Come fai ad essere così decisivo e fare così paura agli avversari?
"Ricordo una cosa che ha detto un mio ex allenatore, Gigi Cagni, cioè che quello che fa la differenza sono i miei tempi di gioco. Siccome lo stimo, credo che abbia detto una cosa giusta perché sul tempo, sulla rapidità, nell’istinto credo che madre natura mi abbia dotato di qualcosa che a volte mi fa arrivare sulla palla sapendo già prima che la palla poteva arrivare lì. Certe volte ha spaventato anche me questo fatto, il prevedere quello che potesse succedere".


Gigi Cagni è uno degli allenatori che ti ha insegnato i movimenti giusti. In che cosa sei cresciuto negli anni?
"Cagni all’inizio era duro, però a vent’anni credo fosse giusto. Davanti a me avevo tanta gente più grande che, insieme a lui, mi ha fatto capire determinate cose e ho cercato di metterle in pratica. Mangiare bene, dormire alle ore giuste, tutto credo ti dia qualcosa in più. E siccome mi ha dato tanto all’inizio, lo faccio anche adesso, che ho quasi 35 anni. Cerco di stare meglio possibile perché nel mio ruolo è importante. Poi, la passione è sempre tanta".


Che cosa pensi del dribbling?
"Non è nelle mie qualità principali, lo lascio fare agli altri. Cerco di sfruttare la situazione dopo che hanno fatto il dribbling".


Sui rigori segnati…
"Non ce ne sono molti e questo rende il record ancora più bello. Avere usufruito di pochi rigori rende ancora di più l’idea della difficoltà di realizzare così tanti gol. I rigori li ho tirati quando ero all’Atalanta e vinsi la classifica dei cannonieri, ero il centravanti. Ne tirai sette e ne sbagliai uno. Non ero male come rigorista. Poi alla Juve c’era Del Piero, bravissimo come rigorista. Al Milan ci sono Pirlo e Kaká ed è giusto che siano loro i rigoristi".


I difensori più difficili da incontrare?
"Ho avuto a che fare con tantissimi difensori. Mi ricordo i duelli con Maldini e Costacurta perché era difficilissimo superarli. Anche quelli con Nesta che adesso è mio compagno. Adesso affrontare quelli dell’Inter è molto dura perché sono tutti fisicamente messi bene, Materazzi, Cordoba, Samuel. Con questi difensori è dura se non stai bene fisicamente".


Il Milan ti ha aiutato a maturare? Chiuderai qui la carriera?
"Sono arrivato al Milan in un età in cui migliori non tanto da un punto di vista fisico ma psicologico. Tante cose le affronti in maniera diversa. Quello che è successo al Milan è davanti agli occhi di tutti, è qualcosa di indimenticabile. Penso sia giusto chiudere al Milan dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme".


Alcuni dicono che il Milan è vecchio e appagato. Queste sono le maggiori critiche attuali…
"Credo che le risposte si debba darle sul campo e credo che il Milan l’abbia sempre fatto. Anche l’anno scorso, in questo periodo, si dicevano le stesse cose e poi abbiamo vinto la Champions League, la Supercoppa Europea e non abbiamo sentito più nessuno. Dobbiamo continuare a vincere senza dimenticare che questa squadra, negli ultimi cinque anni, ha fatto tre finali di Champions League, per cui merita rispetto. E poi il Milan ha anche i giovani, per cui non si potrà giocare sempre noi, ci sarà il turnover. C’è un mix ideale di giocatori di esperienza e giovani di grandi prospettive. Siamo a posto così".


I tuoi prossimi obiettivi…
"L’Intercontinentale è il primo obiettivo. Siamo partiti dal raggiungimento del quarto posto nel 2001, che sembrava difficilissimo, e siamo arrivati a vincere due Champions League e lo Scudetto. A questo gruppo manca solo l’Intercontinentale e quindi dobbiamo cercare di fare di tutto, dopo Atene e dopo Montecarlo, per chiudere il cerchio. Sarebbe fantastico. Bisogna pensare che ci sono gli altri e che il Milan non può sempre vincere, però ce la metteremo tutta e quando torneremo, avremo modo di pensare a recuperare punti in campionato, è la cosa che ci preme di più".


È più un peso o un piacere essere un punto di riferimento?
"Un piacere. Sappiamo che c’è tanta gente che ti guarda, tanti bambini. Purtroppo non siamo sempre perfetti perché c’è l’agonismo, c’è la posta in palio. Quando cresci capisci che tanti bambini ti guardano e cerchi di dare degli insegnamenti positivi".


Berlusconi dopo Atene ti ha scritto che sei il Babbo Natale del Milan…
"Ne sono molto felice. Con lui ho un rapporto particolare. Se sono al Milan lo devo a Berlusconi e a Galliani che mi hanno voluto e mi hanno fatto prendere quella decisione, perché sentivo che ero benvoluto e che mi volevano a tutti i costi. Quando prendi queste cose magari prendi anche una decisione difficile ma con grande convinzione. Li ringrazio perché insieme abbiamo costruito qualcosa di eccezionale".


Una classifica degli allenatori che hai avuto…
"Fare una classifica penso non sia giusto, tutti mi hanno dato qualcosa. E chiaro che l’allenatore con cui ho il maggior legame è Ancelotti perché l’ho avuto per tanti anni, abbiamo condiviso tante vittorie, è una persona straordinaria. A volte deve fare delle scelte, sa che mi arrabbio quando sto fuori ma sempre nel rispetto per la persona, non c’è mai stato uno screzio tra noi, una parola di troppo. È normale che abbia vinto e che abbia un buon rapporto con i giocatori, perché con lui è facile legare perché è una persona speciale. Non posso dimenticarmi di Cagni, l’ho chiamato subito quando l’hanno esonerato perché penso non lo meritasse e glielo volevo far sapere. Anche dopo la finale di Champions league, alle nove del mattino, appena ho trovato un telefono libero l’ho chiamato perchè mi aveva scritto delle cose belle il giorno prima. E poi Mutti, che mi ha voluto a Leffe, mi ha fatto crescere, mi ha portato a Verona in Serie B. E ancora Mondonico all’Atalanta, Scala a Parma, altra persona straordinaria. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti".

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giovedì, dicembre 06, 2007

Supersfida - BIRRA VS. GNOCCA

Vediamo i risultati di questo scontro epico:

Una birra è sempre bagnata.
La gnocca va incoraggiata.
1 Punto alla birra.

Una birra fa schifo servita calda.
1 Punto alla gnocca.

Una birra ghiacciata ti soddisfa.
1 Punto alla birra.

Se ti ritrovi un pelo nei denti bevendo birra, potresti aver voglia di vomitare.
1 Punto alla gnocca.

Se torni a casa puzzando di birra, tua moglie ti rimprovera.
Se torni a casa puzzando di gnocca, tua moglie potrebbe lasciarti.
*Punteggio pari…dipende dai punti di vista! :-)

Dieci birre in una notte e non puoi più guidare.
Dieci gnocche in una notte e non c'è più bisogno di guidare.
1 Punto alla gnocca.

Se ti fai una birra in un locale affollato è normale.
Se ti fai una gnocca in un locale affollato, diventi un mito.
1 Punto alla gnocca.

Se un poliziotto ti sente addosso puzza di birra, potrebbe arrestarti.
Se un poliziotto ti sente addosso puzza di gnocca, potrebbe offrirti una birra.
1 Punto alla gnocca.

La birra, più è stagionata, meglio è.
1 Punto alla birra.

Se ti fai una birra con un preservativo indossato, non senti la differenza di gusto.
1 Punto alla birra.

Tanta birra può farti vedere gli ufo.
Tanta gnocca può farti vedere Dio.
1 Punto alla gnocca.

Se ti chiedi sempre come sarà la prossima gnocca sei normale.
Se ti chiedi sempre come sarà la prossima birra, sei alcolizzato.
1 Punto alla gnocca.

Strappare l'etichetta da una bottiglia di birra è divertente.
Strappare le mutandine a una gnocca è MOLTO più divertente.
1 Punto alla gnocca.

Lo stato tassa la birra.
1 Punto alla gnocca.

Se ti fai un'altra birra, la prima non s'incazza.
1 Punto alla birra.

Sei sempre sicuro di essere il primo ad 'aprire' una birra.
1 Punto alla birra.

Se fai agitare una birra, dopo un po' si calma da sola.
1 Punto alla birra.

Bionda, rossa, bruna o nera, in qualsiasi momento puoi scegliere la birra che vuoi.
1 Punto alla birra.

Di una birra, si sa esattamente al centesimo quanto verrà a costare.
1 Punto alla birra.

La birra non ha una madre.
1 Punto alla birra.

PUNTEGGIO FINALE: BIRRA BATTE GNOCCA .

Se sei una donna ed in questo momento ti stai incazzando sappi che una birra non avrebbe rotto le palle se avesse perso questo scontro: un altro punto alla birra!!!

lunedì, dicembre 03, 2007

Real Chiesanuova - Gambara 007: le Pagelle di Paolo Ziliani

Scolari : voto 7. Accetta di andare in porta e dimostra che ci sa fare anche fra i pali. Viene impensierito poche volte, ma quando accade si fa trovare attento. Buffon.

Rossetti : voto 8. Gioca forse la sua miglior partita in campionato, attento in difesa, non lascia passare nessuno e trova anche il gol su punizione. Cannavaro.

Tagliavini : voto 7. Attento in difesa, non perde mai l’uomo e effettua il tiro da cui nasce il gol della vittoria. Fabio Grosso.

Facchinetti : voto 6 e ½. Partita di contenimento, mantiene la marcatura e non fa passare il suo uomo. Sbaglia la rimessa su cui nasce il gol del 2-1. Super Dario Simic.

Sandonini : voto 7. Parte fortissimo trovando il gol con un bel tiro dalla media distanza. È attento come tutta la squadra in fase difensiva. Perrotta.

Capacchietti : voto 6+. Lasciato solo in attacco, è nervoso, rischia l’espulsione e in paio di occasioni cerca l’azione personale invece che passare il pallone. Cassano.

Varesi : voto 5/6. Gioca solo 10 minuti e non ha la possibilità di esprimersi, sbaglia però una rimessa e su una sua disattenzione si rischia il gol del 3-2. Zaccardo.

Bortot : voto 7. Non gioca, ma è un supporto morale dalla panchina ed è lodevole la sua presenza perché pur sapendo che avrebbe giocato poco o nulla rinuncia ad andare allo stadio per stare vicino alla squadra. Brighi.

Gregorini : voto 7. Voleva una reazione dai suoi e l’ha ottenuta. Dopo aver visto Scolari in porta ad allenamento aveva subito detto che in caso di emergenza sarebbe stato l’uomo giusto e il campo gli ha dato ragione. Spaletti.

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Real Chiesanuova torna alla vittoria: 3-2 sul Gambara

Seconda vittoria stagionale per il Real Chiesanuova, che aggancia il Gambara a quota 6. Fuori entrambi i portieri, la porta viene difesa da Buffon Scolari. Per il resto scende in campo la formazione vista nell’arco del campionato con Tagliavini capitano per la prima volta.
Parte subito forte il Real con Sandonini che impensierisce quasi subito il portiere ospite. Si vede che la squadra è tonica e ha voglia di vincere e poco dopo Sandonini trova l’angolo dalla media distanza e fa 1-0. I pericoli per la squadra di casa arrivano solo su calcio di punizione, ma Scolari è attento e neutralizza con mani e piedi. Capachietti lasciato un po’ solo davanti è nervoso e si fa prima ammonire e poi rischia l’espulsione su entrata da tergo sul centrocampista del Gambara. Fortunatamente l’arbitro chiude un occhio e assegna solo un calcio di punizione. Ci pensa Rossetti a ristabilire la calma con una punizione da quasi centrocampo che si infila sotto la traversa: 2-0 e partita ben salda nelle mani del Real Chiesanuova. Si chiude così un ottimo primo tempo per la squadra di casa molto attenta soprattutto in fase difensiva.
Ad inizio secondo tempo, subentra la solita paura di vincere del Real Chiesanuova: Facchinetti sbaglia la rimessa e su ribattuta della squadra ospite arriva il 2-1. Capacchietti va vicino al gol del 3-1 ma poco dopo su un malinteso sempre su una rimessa parte il contropiede del Gambara ed è 2-2.
Il Real stavolta non si scompone e continua a far la partita desideroso di portare a casa i 3 punti. Subentra Varesi per Facchinetti e proprio su una disattenzione di quest’ultimo il Real rischia addirittura di perdere, ma per fortuna la palla esce di poco. Continua il forcing del Real e a 5 minuti dalla fine Rossetti vede Tagliavini libero in fascia, il quale si porta la palla sul destro, alza la testa e mira l’angolo convinto di fare gol, il portiere però si allunga ma sulla parata interviene il difensore ospite che tentando di spazzare insacca nella propria porta: è 3-2 e a questo punto il Real Chiesanuova amministra bene i 5 minuti finali portando a casa i 3 punti.
Speriamo che questa volta il Real Chiesanuova dia continuità a questo risultato, partendo fin dalla prossima dove sarà ospite della squadra rivale per eccellenza: il Lizard Ghedi.

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